Cartagena ha rappresentato, a partire dal XVI secolo, il principale punto d'appoggio dei traffici operati dalla corona spagnola.
Merci di ogni genere transitavano a Cartagena la quale fungeva da grande centro logistico tra il Nuovo Mondo e la Spagna.
Sorse, pertanto, l'esigenza di proteggersi dalle incursioni piratesche. La prima forma di difesa fu l'edificazione di fortificazioni in punti di importanza strategica quali la punta Hicacos, all'estremità dell'attuale promontorio di Bocagrande, e il quartiere di Manga, ove oggi si trova la fortezza di San Sebastian del Pastelillo.
Ma ciò costituiva solamente un timido sistema di protezione; fu così che il re di Spagna Filippo II promosse l'edificazione di un sistema di fortificazione ben più efficace: le mura della città.
Fu incaricato l'architetto italiano Gianbattista Antonelli, che già aveva fornito i propri servigi alla corona spagnola per il sistema di fortificazione dell'Avana.
In due secoli (a cavallo dal XVI al XVIII secolo) venne eretto un imponente sistema di difesa militare: la muraglia che cinge l'intero centro cittadino e i ventisei bastioni, luoghi di vigilanza e difesa.
Il riammodernamento della città operato nel corso del secolo appena trascorso ha comportato l'abbattimento di una parte delle mura per far fronte all'edificazione del quartiere de La Matuna; tuttavia, i rimanenti undici chilometri di muraglia costituiscono una affascinante attrattiva; attrezzati al servizio pedonale sono il luogo ideale per passeggiate serali godendo della fresca brezza del mare.
Da visitare inoltre Las Bovedas; anticamente servirono quale deposito di munizioni e succesivamente quale carcere; attualmente le ventitre strutture sono sede di un pittoresco mercato artigianale.